Accatastamento

Cenni storici

Periodo Romano

L’esigenza di un sistema di censimento delle proprietà mobiliari ed immobiliari a fini fiscali e civili è certamente risalente, quanto meno, all’età di Pericle (sec. V a.C.).

L’origine del nome deriva da το Καταστρωμα -τοσ, che era la formula di registrazione di un atto in libri pubblici. 

I romani adottarono un sistema di censimento dinamico, fondato su di una unità tributaria specifica costituita dal caput del paterfamilias, donde la denominazione di capitatio per l’imposta sul patrimonio, soggetta a revisione quinquennale (il lustrum) ad opera di un apposito magistrato, il Censor, che indiceva il censimentum, cioè il periodo entro il quale ciascun caput censuario, ovvero contribuente, doveva rendere la dichiarazione del proprio patrimonio (mobiliare ed immobiliare) presso l’apposito ufficio della censura, cui era iscritto. 

Il sistema per l’accertamento dell’imposta patrimoniale era affiancato, sul piano fondiario, dalla centuriatio, specificamente indirizzata alla proprietà immobiliare agraria ed attuata al momento dell’assegnazione di terre, vuoi a veterani come indennità di fine rapporto, vuoi a contadini in occasione delle varie riforme agrarie.

La centuriatio era suddivisa in parcellae quadrate di mt. 710 di lato, attraversate dalle due strade ortogonali del cardo e del decumanus, così da assicurare la formazione di lotti fondiari perfettamente comparabili e pienamente accessibili, a parità di condizioni. 

Eseguite tali operazioni dai gromatici, cioè dagli utilizzatori del groma, croce formata da due bracci uguali oscillante e sospesa per il centro ad un braccio infisso nel suolo, che serviva a traguardare gli allineamenti sul territorio, i medesimi provvedevano alla redazione di due formae, cioè di due mappe eguali, in scala, una conservata negli archivi del Senato a Roma ed una nel capoluogo provinciale sul cui territorio era avvenuta la centuriazione. 

Successivamente alla caduta dell’impero romano d’occidente tal sistema venne meno con la caduta dell’Impero romano di occidente, ma evolvette invece nella Pars Orientis, trasformandosi in un inventario minuzioso delle proprietà immobiliari, particolarmente occhiuto verso il latifondo senatorio, assumendo la denominazione di το Καταστιχοσ – ου, donde il latino giustinianeo di Catasticum.

La denominazione generalizzata del sistema avvenne per trasposizione in provenzale del termine giustinianeo di catasticum in quello di cadastar, donde il passaggio in lingua d’oil al cadastre ed infine all’italiano catasto.

Dopo l’impero Romano

La prima applicazione generalizzata di inventariazione della proprietà immobiliare a fini tributari, dopo il crollo dell’Impero Romano, sistematicamente e consapevolmente estesa a tutto il territorio di uno stato è quella iniziata nel 1086 da Guglielmo I il Conquistatore, il normanno che divenne re d’Inghilterra.  L’opera venne successivamente conclusa da suo figlio, Guglielmo II Lungaspada .

Da quel tempo lo strumento si generalizzò in tutta Europa, e ne fecero uso particolarmente incisivo i comuni italiani, che si dotarono di catasti sin dall’inizio del sec. XIII (cfr. il Comune di Chieri presso Torino – 1215).

Poi provvidero all’utilizzazione del sistema gli stati preunitari, anche se spesso non erano in grado di provvedere alla inventariazione e mappatura dell’intera superficie dello stato, cosicché, sovente, per superfici più o meno vaste supplivano catasti privati.

Catasto Napoleonico

Nasce nei primi anni del 1800 il Il catasto napoleonico  è un catasto unico e centralizzato, istituito in Francia con la legge del 15 settembre 1807, basato sul cadastre-type definito il 2 novembre 1802.

Esso riunisce in una mappa omogenea un centinaio di milioni di parcelle territoriali, è il primo strumento legale e fiscale per tassare equamente i cittadini sui contributi fondiari.

Seguendo piante territoriali molto eterogenee nella loro presentazione e anche nelle loro unità di misura, il piano catastale venne stabilito usando metodi di agrimensura.

Catasto Lombardo Veneto

Sucessivamente verrà sostituito dal Catasto lombardo veneto, in vigore dal 1831 e realizzato sul modello del Catasto napoleonico del 1808;

Catasto Austriaco

Nel 1851 vengono redatte le mappe del Catasto austro italiano. Impiantato dal governo austriaco, il Cessato Catasto continuò ad essere utilizzato anche dopo il passaggio del territorio pordenonese al Regno d’Italia; costituisce poi la base su cui fu impostato e compilato il catasto attualmente in uso,

Nuovo Catasto Urbano

Nel 1939 si costituì il Nuovo Catasto Edilizio Urbano (N.C.E.U.), secondo il rilevamento topografico dall’alto (aerofotogrammetrico), ma ci vollero più di trent’anni per metterlo a punto. 

Dello stesso anno è la seconda Revisione generale del catasto, che comporta importanti modifiche nel metodo di valutazione, a cui seguirono la terza (1979) e la quarta (1990) con le quali si aggiornarono ancora le tariffe. 

Il pregio consiste nell’inventario completo dei diritti reali insistenti sul territorio nazionale, e quindi nella rappresentazione della distribuzione della ricchezza immobiliare, determinata in riferimento ad un parametro fondamentale, costituito dal valore venale del bene. 

Il difetto è rappresentato dalla difficoltà di un adeguamento effettivo e costante della rappresentazione alla realtà istantanea. Infatti il catasto è strutturalmente meno evoluto sulla realtà economica immobiliare, sia sul piano della sua raffigurazione, sia sul piano di allineamento ai valori effettivi di mercato.

Il Catasto Edilizio Urbano è il luogo in cui sono archiviati i dati relativi a tutti i beni immobili (edifici civili, industriali e commerciali) pubblici o privati presenti su un territorio.

Istituito ufficialmente nel 1962, il Nuovo Catasto Edilizio Urbano (NCEU) raccoglie nei suoi registri tutte le informazioni relative ad un’unità immobiliare come: 

  • l’esatta collocazione geografica;
  • le dimensioni dell’immobile;
  • la destinazione d’uso;
  • le caratteristiche reddituali.

A differenza della Conservatoria, il Catasto non ha valenza probatoria per quanto riguarda l’accertamento della proprietà, il che significa che gli atti e i documenti rilasciati hanno solo scopo informativo. Il Catasto Edilizio Urbano, quindi, può essere definito come l’archivio di tutti i beni edilizi di uno Stato. Per quanto riguarda i terreni, invece, è prevista una sezione apposita del Catasto denominata “Catasto dei Terreni”.

Lo scopo principale del Catasto Edilizio Urbano è quello di censire tutti gli immobili presenti su un territorio, registrare nelle proprie banche dati eventuali variazioni di stato e determinarne il valore catastale a fini fiscali.

Come la Conservatoria dei Registri Immobiliari, anche il Catasto Edilizio Urbano fa riferimento all’Agenzia delle Entrate (ex Agenzia del Territorio) che gestisce le banche dati catastali e l’espletamento dei servizi connessi a questo istituto. Il Catasto Edilizio Urbano svolge principalmente funzioni fiscali, poiché, attraverso i dati catastali (e principalmente la rendita catastale) consente di poter effettuare il calcolo dei tributi dovuti allo Stato.

I dati registrati all’interno delle banche dati del Catasto Edilizio Urbano sono detti dati catastali e afferiscono alle caratteristiche fisiche, tecniche e giuridiche di un immobile.

I principali dati catastali sono:

  • Indirizzo, ovvero, l’ubicazione esatta dell’unità immobiliare; 
  • Coordinate per l’identificazione catastale dell’immobile: foglio, particella, subalterno e numero di mappa. Per foglio si intende la porzione di territorio comunale occupata dall’immobile nelle mappe cartografiche. Il foglio catastale è fondamentale per individuare la collocazione di un’unità immobiliare;
  • La particella, o mappale, invece, individua uno specifico fabbricato. Ogni unità immobiliare ha una propria particella. Il subalterno, infine, indica la singola unità immobiliare in caso di condomini e palazzine con più appartamenti. Nel caso di villette o unità immobiliari singole, il subalterno potrebbe anche essere assente;
  • Consistenza, ovvero, la superficie netta e numero di vani di una costruzione;
  • Redditività;
  • Rendita catastale: un valore fondamentale per il calcolo dei tributi tra cui: l’imposta sul reddito e le imposte locali come l’Ici;
  • Identificativo dei proprietari e dell’usufruttuario;
  • Categorie.

DOCUMENTAZIONE PER L’ACCATASTAMENTO

CATASTO TERRENI

Le variazioni catastali dei terreni si effettuano mediante portale PREGEO.

Al fine di effettuare la variazione bisogna efettuare il rilievo del lotto intererssato e caricare la pratica sul portale.

Documenti richiesti : Mappa catastale e Carta d’Identità

CATASTO FABBRICATI

Le variazioni delle caratteristiche funzionali, distributive o formali di un fabbricate vanno denunciate mediante portale DOCFA.

Al fine di effettuare tali lavorazioni bisogna effettuare rilievo del fabbricato per ridisegnare la nuova planimetria catastale.

Documenti richiesti: Planimetria catastale e Carta d’Identità